Tra il 1839 e il 1840 Alexander Dumas (padre) scrive i “Delitti Celebri”, una raccolta di diciotto crimini pubblicati in 4 volumi. Si tratta di un lavoro estremamente ricercato in cui Dumas, che si ispira ai principi del naturalismo, si immerge in scrupolose indagini circa le storie che andrà a raccontare. Fra queste, “I Cenci”e “La marchesa di Ganges” (anche nota come “La bella provenzale”) hanno catturato l’attenzione del giornalista e autore Dino Cassone che vi si è liberamente ispirato per scrivere lo spettacolo in due tempi “Donne, eravamo solo donne: Beatrice Cenci e Marie de Rossain” per la regia di Dario Lacitignola (Produzione Folletti e Folli e Teatro dell’Altopiano).
È la fine del 1500 quando la piccola Beatrice Cenci (il cui monologo è stato affidato ad Annarita Santomanco) viene costretta dal perfido padre a subire, assieme alla matrigna Lucrezia, numerose violenze sessuali e, esasperata, ne architetta l’omicidio con l’aiuto dei fratelli. Beatrice, devota e vestita di bianco verginale, racconta la sua straziante storia al sostituto del notabile (Davide Semeraro). Beatrice Cenci, condannata a morte dalla giustizia terrena per parricidio, è invece stata acclamata come una santa, un’eroina del popolo che insorge per lei.
La bella provenzale (a indossare il suo abito rosso e dorato è Tonia Argento) non ha fine più lieta, lei che con la sua ricchezza e bellezza era riuscita ad ottenere i favori della corte francese del re Luigi IV. Così si muove la nobildonna che sùbito si rivela essere molto più di cipria e specchi. Racconta il suo triste fato e la sua morte violenta. Vedova, si risposa con il marchese de Ganges che poco dopo ritorna a una vita dissoluta e la lascia nelle grinfie dei due fratelli, l’Abate e il Cavaliere. Non riuscendo a possederla i due decidono di ucciderla e il delitto si consuma in maniera efferata dinanzi a testimoni pressoché impotenti.
I racconti sono crudi e non si nascondono dietro inutili perifrasi e per entrambi i monologhi non serve molto sulla scena, bastano le graffianti parole di due donne vissute secoli fa cui fanno eco le numerose storie che spesso aprono i telegiornali. Storie di ieri per raccontare l’oggi. Allora il male è davvero banale: si ripete sempre uguale a se stesso. E, più del male – questa entità non meglio definita – sono banali e piccoli i veri colpevoli dei delitti, incapaci di accettare un “no”.
Donne, erano solo donne e di loro è stato fatto scempio.
Flashforward quattrocento anni dopo. Donne, sono solo donne e di loro viene fatto scempio.