Gabriella Genisi

Gabriella Genisi è stata l’unica autrice nel cartellone di  “Raccontare la Puglia. Parola di scrittore” ciclo di seminari, organizzato dallUniversità degli Studi di Bari – Dipartimento di Lettere Lingue e Arti, a cura della professoressa Maria Rosaria Carosella.

Con la scrittrice barese concludiamo anche il nostro giro d’interviste sulla Puglia e la “sua scrittura”.

Cos’è la Puglia per te, la terra dove affondi le radici o il concime dei tuoi sogni?

Entrambe le cose perché io quo vivo e amo questa terra e sono rimasta perché ritengo che si debba rimanere per difenderla anche se, andare via avrebbe facilitato le cose. L’editoria è più forte fuori ma la sfida è proprio questa: rimanere e raccontare. La Puglia è il mio luogo dell’anima, in parte le mie radici (in parte col la Calabria, la terra di mia madre) ma vivo in Puglia che diventa linfa per quello che scrivo. Il 90% delle mie storie si svolge in Puglia e io la racconto soprattutto nella serie di Chicca Lopez sono andata a studiare i luoghi, mentre con Lolita Lobosco mi sono concentrata sulla città di Bari.

Alcuni autori, come Andrea Camilleri, hanno cercato di creare una propria lingua impastando italiano e dialetto. Anche tu cerchi una lingua tutta tua?

L’ho cercata all’inizio. Ho cercato di costruire una mia lingua con Lolita Lobosco proprio sulla suggestione di Camilleri a cui mi sono ispirata. Ho creato questa lingua cercando di darle un’assonanza barese, ho unito le parole in maniera un po’ ingenua, però ha funzionato perché ai lettori è piaciuta molto questa specie di cantilena, linguaggio materno, parole pronunciate tutte insieme con qualche incursione dialettale.

Parlare delle bellezze della propria terra spesso viene scambiato col tentativo di imbucare una cartolina destinata a turisti per caso. Tu, cosa vuoi raccontare ai lettori e cosa vorresti vedessero della Puglia attraverso i tuoi libri?

Cerco di raccontare la Puglia vista come la vedo io, sospesa a metà fra bellezza e malaffare, malfunzionamento. Nei miei libri c’è tutto questo: a bellezza del paesaggio, l’operosità della gente ma anche criminalità, quello che non funziona, i delitti. Se mi si accusa di rendere solo una cartolina, rispondo: non avete letto i miei libri. In tutti i miei libri a parte, forse, i primi, quelli dove ancora non avevo messo a fuoco il mio stile e la mia personalissima scrittura, gli altri hanno tutti delle tematiche forti come bullismo, il traffico di rifiuti tossici, pedofilia, intolleranza razziale… non mi ritrovo nell’accezione di cartolina letteraria. In Lolita racconto di una città, racconto che è condito coi piatti tipici ma la presenza di una ricetta non vuol dire che non si parli di altro, di tematiche più profonde. Se i detrattori vogliono fermarsi alla ricetta, allora dico che non hanno letto il libro o non l’hanno letto con la dovuta attenzione.

Della Lolita televisiva tratta dai tuoi libri, che ne pensi?

Quanto scritto nelle mie pagine ha preso forma in una fiction che ho guardato con grande emozione

Nei tuoi prossimi lavori ci saranno ancora protagoniste femminili in Puglia?

Sto elaborando una terza protagonista che si muoverà in Daunia, sì mi sposterò nel foggiano ma, per ora, sto scrivendo un nuovo capitolo di Lolita.

Lucia Pulpo

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