Gabriella Genisi è una di quelle fortunate autrici che è seguita sempre, da ammiratori e ammiratrici ormai di lunga data. Genisi ha fatto tanta strada dai suoi esordi e oggi la protagonista dei suoi gialli, la commissaria Lolita Lobosco, è ormai un’amica di tutt* noi lettor*. E noi l’amiamo per la sua intelligenza e intuizione, per la sua avvenenza, per i suoi tacchi altissimi, pura arma di seduzione, che lei usa anche sul lavoro. È lei Lolita l’animatrice assoluta dei gialli fin qui pubblicati. Il nome di Camilleri aleggia su questi libri sin dal loro esordio, ma non è il suo deus ex‒machina, anzi ogni libro di Gabriella brilla di freschezza tutta femminile, dunque non è in discussione, una influenza tra i due scrittori. Però, ironia della sorte, in quest’ultimo libro tra le mie mani “I quattro Cantoni”, Camilleri viene citato come amico di Lolita, che si rivolge a lui per un consiglio. Ma non lasciatevi ingannare, la Commissaria porta avanti la ricerca di un serial killer, protagonista della storia, con innata bravura, caparbietà e amore per la verità.
All’interno del giallo poi non mancano, anzi direi che fanno parte viva della storia, vari temi sociali importanti, come i problemi razziali, la difficoltà della sopravvivenza nei campi Rom, l’infanzia negata ai bambini, la pedofilia tanto più truce quando è messa in atto tra bambine piccole; il dramma della povertà che crea maledetti equivoci, insomma argomenti che vi emozioneranno e vi interrogheranno, costringendo a guardarvi dentro e a darvi delle risposte.
Ma ecco che subito dopo potrete sollevarvi con l’incanto che gli occhi della protagonista vi trasmetteranno, ammirando con pensieri poetici la sua città, Bari, il suo bellissimo lungomare, la grande ruota che porta fin lì “l’odore ” di Parigi. Il libro si chiude, ormai per prassi, con alcune straordinarie ricette. Ho già fatto e mangiato con gusto la focaccia di grano arso… e per Natale stupirò i miei figli con le pettole “cresciute”, così come cresce il piacere di leggere i gialli di Gabriella Genisi.
La sua passione per la cucina l’avvicina a molte lettrici, casalinghe o no, e lettori, (il classico prenderli per la gola), ma lei lo fa con una grazia innata, quella stessa che caratterizza la Lolita che lei ha creato. Autrice e protagonista si identificano, oserei dire molto, ma non vorrei far torto alla sua fantasia , grazie alla quale in ogni libro troviamo storie nuove e belle e una Lolita che non si arrende.
Non vi dirò altro di questo libro, che ho letto in tre giorni (ma vi assicuro che le ultime 50 pagine le ho lette dalle 4 alle 8 del mattino del terzo giorno), perché mi sono svegliata con il bisogno di sapere come andava a finire la storia, chi era il serial killer e quali i nuovi amori della commissaria. Ci sarà un lieto fine? Non ve lo dirò, ma vi assicuro che se un libro riesce a trascinare così, vuol dire che vale la pena comprarlo e leggerlo.