Vincitrice della 3. edizione del premio Les Flâneurs, dedicato a Ludovica Castelli, Viviana Guarini racconta la genesi di Non dirlo al cuore, il suo primo romanzo.
Come nasce questo libro e di cosa parla?
Questo libro nasce in un giorno di primavera in riva al mare, osservando una piccola nave abbandonata nel porticciolo di Bari. Nasce come desiderio di raccontare storie prima di tutto con funzione salvifica dell’autrice, quella stessa funzione a cui spesso la scrittura assolve. Il libro è infatti dedicato a un amico scomparso proprio nei giorni in cui le prime righe di questo romanzo prendevano vita. Successivamente mi sono resa conto che oltre a guarire le mie di ferite, poteva diventare uno strumento di bellezza, uno spazio di respiro e di luce anche per chi lo avrebbe letto. Questo libro parla di amore e psiche, ma anche di amicizia, di lutto, di dolore, di consapevolezza, di cambiamento. Un percorso che porta i personaggi a “uscire dalla zona di comfort”, affrontando i propri fantasmi per smettere di sopravvivere e incominciare davvero a vivere.
A chi si rivolge?
A chi è disposto a mettere in discussione le proprie certezze, a scavare dentro se stesso e a fare luce su tutto quello che si è tenuto nascosto sotto il tappeto, su tutto quello che decidiamo di “non dire al cuore” pur di non affrontare il cambiamento, difficile ma necessario per diventare autentici.
L’amore può davvero cambiare il mondo?
Assolutamente sì. L’amore è l’unica vera forza in grado di cambiare il mondo. Un motore potentissimo e contagioso che è sempre stata l’unica arma in grado di generare cambiamenti. La speranza, il coraggio, la tenerezza, il perdono, la bellezza: tutte le componenti dell’amore di cui questo mondo ha estremamente bisogno.
Come è nato il tuo rapporto con la scrittura?
Ho scritto la mia prima poesia a 9 anni, in seguito alla prima “cotta” infantile. Da allora non ho mai più smesso di scrivere. Diari, foglietti volanti, appunti sparsi, sui muri di casa, nelle lettere d’amore, in quelle di addio. Una passione che poi si è incarnata anche nel lavoro che con orgoglio faccio oggi: raccontare le storie dei brand, dare un valore aggiunto al mondo del “marketing”, che in realtà può avere un grande impatto e significato nella vita degli altri. La comunicazione e le parole sono come i virus: possono entrare nel sangue e attivare dei circuiti virtuosi di benessere o di malessere.
Mi sono sempre domandata se prima o poi avrei trovato il “tempo” e la “pazienza” necessari per scrivere un libro. Quando ho compreso che in realtà siamo noi a “scegliere il nostro tempo” e che la pazienza è un dono che si amplifica solo se nutrito, allora sono riuscita a realizzare questo sogno tenuto nel cassetto a lungo.
Quali sono i tuoi modelli letterari di riferimento?
Così come nella musica, anche nella letteratura non credo di aver avuto dei modelli letterari di riferimento. Sono un’anima curiosa, a cui piace viaggiare tra i vari mondi evitando di idolatrare qualcuno e di innalzarlo a “modello”. Tuttavia ci sono sicuramente degli autori che ho sentito più vicino nel mio percorso di crescita, come Alessandro Baricco. E ci sono altri modelli il cui stile non è assolutamente vicino al mio, e forse non si direbbe mai, ma sono stati proprio quelli che mi hanno insegnato che la scrittura può anche uscire dai canoni imposti, dai canoni del commercio, dal canone del giudizio. E su questo il mio più grande maestro è stato Charles Bukowski.
Quali sono i tuoi cinque libri preferiti?
- Momenti di trascurabile felicità (Francesco Piccolo)
- Castelli di rabbia (Alessandro Baricco)
- La ricerca della felicità (Krishnamurti)
- Per dieci minuti (Chiara Gamberale)
- Il peso specifico dell’amore (Federica Bosco)
Chi è Viviana Guarini?
Un’inguaribile romantica, innamorata della vita, mostruosamente spaventata dalla fine. Una donna dallo scudo forte e impermeabile, che nasconde un mondo fragile.
Un’amante della verità e della giustizia, dalla parte degli ultimi, sempre.
Quali sono i tuoi prossimi progetti letterari?
Sono alle prese con il secondo libro, un romanzo di vita che seguirà ancora una volta l’intrecciarsi di storie e di personaggi con alcune soprese per i lettori che hanno letto “Non dirlo al cuore”, ma che resterà comunque un romanzo indipendente per chi invece non lo avesse letto. La forza dell’amore, che però in questo progetto assumerà altre vesti, resterà comunque il motore del cambiamento e della vita, che diventa nuova, ogni giorno.
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