Le divine capacità di uno scrittore

Il miracolo vero lo ha fatto Nicolò Ammanniti (vincitore del Premio Strega 2007 per Come Dio Comanda), una delle più originali penne moderne della letteratura italiana, regalandoci un soggetto, potente e sorprendente, ideato per la serie tv appena terminata su Sky, dal titolo Il Miracolo, appunto.

Il presupposto: una statua di una madonna che piange incessantemente nove litri di sangue ogni ora, viene ritrovata nel covo di un pericoloso mafioso, finalmente catturato dopo anni di latitanza. Quella che in apparenza sembra essere l’ennesima truffa, si rivela invece essere la realtà. Siamo di fronte al vero miracolo questa volta? Il rischio di un sconvolgimento mediatico è dietro l’angolo, di conseguenza lo Stato, guidato da un premier (un perfettoGuido Caprino), che oltre essere alle prese col referendum che vorrebbe l’Italia fuori dall’Europa (vi ricorda qualcuno?), è pure laico, decide di tenere nascosta la statua e il relativo segreto.

A fare da contorno al Primo Ministro, ci sono una scienziata (sempre brava Alba Rohrwacher) alle prese con la speranza di salvare l’anziana madre divorata dalla malattia; un prete corrotto e corruttibile (Tommaso Ragno), dedito a tutti i vizi possibili che dopo aver visto la madonna (è il caso di dirlo), riceve la sua brava illuminazione sulla personale via di Damasco, dagli esiti imprevedibili; la moglie del premier (bravissima Elena Lietti), incastrata tra l’incudine del ruolo di suo marito e il martello del desiderio di una vita libera lontana dai riflettori; infine, un generale dei carabinieri (Sergio Albelli), che seguirà le indagini sul filo del rasoio dei propri limiti di coscienza.

Una storia che non lascia spazio ai respiri, turba e confonde. Soprattutto lo spettatore più agnostico. Perché, puntata dopo puntata, non si può che restare sedotti dal mistero inspiegabile, dal continuo scontro tra il sacro e il profano, tra il bene e il male, tra scienza e fede. E il mistero inspiegabile finisce per diventare un viaggio dentro la propria coscienza dove tutto diventerà il contrario di tutto.

Un plauso particolare lo merita la sigla iniziale, stupenda, sulle note dell’intramontabile Il Mondo cantata da Jimmy Fontana, e tutta la colonna sonora; e poi la scelta registica (alcuni episodi sono firmati dallo stesso Ammaniti) di svolgere la storia su due piani temporali: il prologo (ambientato qualche anno prima in Calabria) sviluppato e inserito mirabilmente qui e là durante i vari episodi con un sorprendente finale circolare, che si congiungerà naturalmente con la storia attuale.

Geniale la trovata di inserire deliranti scene (che rivelano l’Ammaniti che più ci piace, quello grottesco): su tutte, il sogno del generale Votta trasformato in un uomo fatto di pane che finisce per essere divorato dai clienti di un supermercato e una conturbante Madonna subacquea dotata di tentacoli, affidata alla bellezza senza tempo di Monica Bellucci.

Se vi siete persi Il Miracolo, recuperatelo in streaming da qualche parte. Mollate pregiudizi e freni inibitori e lasciatevi trasportare dall’inspiegabile e dall’irrazionale; non abbiate timore a farvi destabilizzare e a porvi domande sui massimi sistemi e sui limiti della fede a contatto con l’universo scientifico. Siamo umani, dopotutto.

 

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