Premio Strega 2018, quella scatenata dozzina

Ammettiamolo, molti scrittori hanno sognato di essere selezionati nella lista in corsa al Premio Strega, e sperato, almeno una volta, di entrare in quella scatenata dozzina o addirittura nella prestigiosa cinquina che il prossimo 5 lugliosi contenderà la vittoria, la bottiglia di liquore e i 5 mila euro in palio. Perché diciamolo, avere la fascetta del “selezionato” o del “finalista” al premio, pilotato o meno, serve a spingere il romanzo in libreria. Eccome se serve. Proprio come accade alle caserecce aspiranti divette per una delle fasce di Miss Italia o al cinema, dove sulle locandine campeggiano frasi tipo “dal cognato della sorella del produttore Tal dei Tali” oppure “Vincitore dell’Ostia d’Oro al Festival del Cinema Parrocchiale di San Quirico”. Dunque, se il Premio Strega serve a suscitare curiosità e spingere alla lettura, allora ben venga; eccovi, quindi, in breve, i dodici consigli letterari edizione 2018, in rigoroso ordine alfabetico di Casa Editrice.

“Anni luce” di Andrea Pomella (ADD Editore). Racconto di formazione ricordato molti anni dopo dal protagonista. Una storia d’amicizia con l’esuberante Q, attraverso avventure e bevute esagerate lungo l’Europa durante l’estate del 1991 con un disco dei Pearl Jam a fare da colonna sonora.

“Resto qui” di Marco Balzano (Einaudi). È la storia di una madre che attende fiduciosa il ritorno della figlia scomparsa nel nulla e costretta a fuggire con la Resistenza tra le montagne del Sud Tirolo, a combattere oltre che contro il regime fascista anche per la sopravvivenza.

“Questa sera è già domani” di Lia Levi (Edizioni e/o). La storia vera di una donna che ricostruisce la fuga rocambolesca verso la Svizzera dell’adorato marito, ebreo di Genova, dai rastrellamenti del regime fascista e dai campi di concentramento.

“La ragazza con la Leica” di Helena Janeczeck (Guanda). La storia vera di Gerda Taro, la donna, morta a soli 27 anni, che con la passione per la politica e armata solamente di macchina fotografica ha testimoniato la sanguinosa guerra di Spagna, entrando di diritto nella storia del fotogiornalismo.

“Come un giovane uomo” di Carlo Carabba (Marsilio). Romanzo di formazione di Carlo, grazie anche a due eventi straordinari. Un racconto lungo dieci giorni: tra l’incidente in moto e il funerale di una sua amica, in seguito ad una nevicata a Roma mai vista prima.

 “Il gioco” di Carlo D’Amicis (Mondadori). Il trasgressivo triangolo sessuale e amoroso tra la First Lady, il Presidente e Mister Wolf. Un gioco delle parti che si intreccerà inevitabilmente con la dolorosa vita vera di ciascuno di essi.

“Il figlio prediletto” di Angela Nanetti (Neri Pozza). Calabria negli anni ’90. Annina, ragazza ribelle che non ci sta al ruolo di femmina nata per obbedire, cerca di ricostruire la storia di suo zio Nunzio, che trent’anni prima è scappato a Londra dopo essere stato picchiato in casa a causa della sua omosessualità. Due anime legate dal pregiudizio e dalla maldicenza.

“La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg” di Sandra Petrignani (Neri Pozza). La biografia di una delle figure femminili più importanti della letteratura italiana del ‘900. Conosceremo i luoghi, le case e gli amici che hanno contato nella vita della corsara, sullo sfondo del panorama culturale dell’epoca.

“La madre di Eva” di Silvia Ferreri (NEO Edizioni). Un lungo monologo sulla trasformazione e sul rapporto tra una madre che ha accompagnato in una clinica ubicata in Serbia sua figlia che ha espresso la volontà di cambiare sesso e diventare un uomo.

“Dal tuo terrazzo si vede casa mia” di Elvis Malaj (Racconti Edizioni). Un’antologia di racconti che è già una sorpresa e una piccola vittoria. Tema centrale è il confine e i punti di vista dei due lati che si studiano e si osservano da vicino; in questo caso si parla di un lembo di terra e di mare tra l’Italia e l’Albania.

“Sangue misto” di Francesca Melandri (Rizzoli). Ilaria al rientro a casa una sera trova ad aspettarla un uomo di colore che le rivela essere il suo fratellastro. In comune hanno il padre, che ha tenuto nascosta la relazione con una donna durante la colonizzazione dell’Etiopia.

“Le stanze dell’addio” di Yari Selvetella (Bompiani). La storia di una donna, editor di mestiere e madre di tre figli, alle prese con una feroce battaglia contro il cancro che la vedrà soccombere. E quella del suo uomo, che inconsolabile, continua a cercarla nei luoghi da lei abitati.

Per chiudere, una curiosità: “Il gioco” non concorrerà come gli altri 11 al Premio Strega Giovani, in quanto ritenuto dal Comitato direttivo solo per un pubblico adulto. D’Amicis se ne farà una ragione.

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