Non tutti sanno che Joan Mirò oltre ad essere pittore noto fece anche l’illustratore di libri. E probabilmente in queste opere grafiche espresse tutta la sua vena più surrealista che lo avrebbe reso celebre in tutto il mondo. A questo periodo è dedicata la mostra – superbamente allestita e curata da Andrea Pontalti – dal titolo “Joan Mirò. Opere Grafiche 1948-1974” e che è possibile visitare nella suggestiva cornice del Castello Carlo V di Monopoli (Ba) fino al 15 luglio. Una mostra (inaugurata lo scorso 24 marzo) che sta ottenendo, a giusta ragione, un successo strepitoso e che sta attirando visitatori da ogni parte del mondo. Imperdibile.
Un tripudio di brillantissimi colori quelli utilizzati nei disegni (90 in tutto quelli esposti) che il pittore catalano utilizzò per illustrare quattro libri differenti. Un viaggio tra sogno e realtà che accompagna il visitatore a ritrovare lo stupore dell’infanzia innocente in un angolo nascosto della propria mente.
Il primo, in ordine di pubblicazione è “Parler Seul” (1948-1959), in cui Mirò illustrò le poesie di Tristan Tzara, uno dei fondatori del movimento dadaista, durante la sua permanenza in manicomio. Qui la mano dell’artista di Barcellona esprime al meglio le angosce quotidiane dell’uomo, sempre all’insegna della meraviglia.
Il secondo libro è “Ubu Roi” (edita a Parigi nel 1966), in cui Mirò si ispira all’opera teatrale omonima di Alfre Jarry che tanto scandalo diede sin dalla sua prima rappresentazione nel 1896. Surrealismo mescolato al teatro dell’assurdo, tra provocazioni cromatiche e umorismo al limite del grottesco.
Terzo libro è “Le Lèzard aux Plumes d’Or” del 1971. Si narra di una genesi complicata e piena di ostacoli: tutta l’opera (sebbene molte serigrafie erano state completate nel 1967) fu distrutta dopo che la stampa rivelò, per colpa di un difetto della carta, colori non perfetti. Distrutte anche le matrici ne furono realizzate di nuovo e quindi stampate nel 1971. Qui, più che altrove, le immagini si fondono con i segni, in una vera e propria suggestiva “giostra di colori”.
Ultimo libro è “Les Penalitès de l’Enfer ou les Nouvelles-Hebrides” del 1974. La serie illustra le poesie che il surrealista francese Robert Desnos aveva composto già negli anni ’40, prima di morire nel campo di concentramento nel 1945. Dopo trent’anni, d’accordo con la vedova del poeta, Mirò decise di creare le illustrazioni. Qui è visibile la mano più matura dell’uomo non più bambino, con segni più precisi e colori più sobri, seppure sempre azzardati negli accostamenti.