Se i romanzi fossero l’edizione straordinaria di un giornale

La letteratura è l’anagrafe delle più grandi rockstar. Pensate a Pinocchio, a Lucia Mondella e persino a Vitangelo Moscarda. Questa non è soltanto un’occasione per riabilitarli, rendendoli più attraenti agli occhi di chi li considera sbrigativamente sfigati, ma è anche il momento per evocare il ricordo di quella volta in cui anche noi abbiamo vissuto di piacere senza pensarci troppo, o di quando abbiamo riso in faccia a tutti i “non s’ha da fare” per amore, mettendoci sempre davanti allo specchio per capire da che parte pende ciò che siamo.

Leggere un libro significa scegliere la comitiva da cui farsi iniziare al sesso, al bere, alla fedeltà, al tradimento, ai sogni nati e persi appena tirati fuori dal cassetto. Nei libri c’è tutto quello che si vuole sapere e li si può leggere nei giardini pubblici o chiusi in bagno perchè ci si vergogna a volte di certe pagine di carne. E la ribellione di Paolo Di Paolo sta nell’aver preso una posizione estremista. La letteratura è per quelli che immaginano, il giornalismo per i realisti. O peggio, la letteratura è delirio, il giornalismo concretezza. L’operazione dell’autore romano, in libreria con Vite che sono la tua, apre invece alla figura del giornalista narrativo, a cui ci stava educando Alessandro Leogrande che ha sempre scritto con la lungimiranza di un intellettuale venuto dal futuro. La cronaca non è altro che un esercizio di ordine della vita vera e di quella dei libri. (d’altronde che differenza fa?)

Paolo Di Paolo ha messo in prima pagina la letteratura, le ha dedicato titoli e copertine mainstream, portandola fuori dallo spazio che le è riservato nelle recensioni. “Pinocchio si è trasformato in un somaro!”, “Gregor Samsa diventa uno scarafaggio”, “Arturo Gerace ha baciato Nunziatina!“. Ha realizzato un giornale fatto in casa Feltrinelli riunendo la creatività dei fotografi Francesco Ormando e Fabio Massimo Fioravanti, con la direzione artistica di Dario Morgante. Di Paolo si è improvvisato strillone e non sono arrivati forte e chiaro soltanto le prime pagine di questo free magazine, ma soprattutto un’idea che rende meno inamidati i personaggi dei libri e più umano il giornalismo. La letteratura è il catalogo umano più ricco e per questo va urlata e scritta nei titoli: arriverà il momento in cui anche due innamorati che si baciano faranno notizia, ne siamo certi.

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