Un filo di malinconica tenerezza

“Mi sembrava che anche la luna mi avesse voltato le spalle per ridere di me con le stelle, per raccontare al cielo cos’è l’amore”.
Delizioso.
Come solo a quell’età. Gabriele ha 18 anni e ovviamente non ha ancora imparato a “riempire i vuoti interiori e farli diventare dei pieni”. È luogo comune pensare sia l’età più bella, e per molti versi lo è davvero, ma lo si comprende molto dopo, solo quando la vita, una prova dopo l’altra, definisce le priorità.18 anni vanno a braccetto con gli esami di maturità, i primi amori, le promesse scambiate fra i banchi di scuola, le amicizie viscerali, quelle che non lo sai ancora ma resteranno le più profonde. Come quella fra Gabriele e Giulio, capace di sfidare il tempo, che spesso crea spazio, vuoti e incomprensioni e tra silenzi e parole tornare al via in poche ore con la naturalezza delle cose vere. In realtà è un periodo di vita confuso, in cui non si coltivano certezze, e ci si sente il più delle volte a disagio nella propria pelle. Ci vuole tempo per sciogliere i nodi, e chiudere i cerchi, il tempo di un giro di vita. Perchè è vero che niente accade per caso, soprattutto gli incontri. Chiara e Beatriz lungo la storia sono ognuna a loro modo staffette sentimentali, nel passaggio dall’una all’altra si definisce perfettamente la maturità sentimentale di Gabriele. Capirà che così come ad un certo punto ci si stanca di guardare i cartoni animati, nei rapporti con le persone ci si può stancare di qualcuno. Ma che possono esserci anche delle eccezioni, uniche e rare, certo, ma proprio per questo meritevoli di attenzioni.
Giro di vita di Alessio Rega (Les Flâneurs Edizioni) è una lettura che catapulta all’indietro con un filo di malinconica tenerezza, riporta fra i banchi di scuola, rispolvera ricordi sopiti e fino all’ultima pagina tiene delicatamente per il cuore.

Related posts