Pietà per una povera invalida

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Gentilissima Maestra Bacchetta e redazione di ‘Les Flâneurs Magazine’, sono l’acca, altrimenti conosciuta come la mutina, perché esisto ma non si sente. Da piccola assomiglio a una bimba paffuta e un po’ goffa, da grande a una scala che porta fino al cielo. Sono omertosa più degli scugnizzi della malavita: non vedo, non sento, ma soprattutto non parlo.  Per molto tempo ho svolto una funzione sociolinguistica importante, anche se incompresa: servivo a distinguere la “a” preposizione e la congiunzione disgiuntiva “o” dal verbo avere, servivo a…

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Stavolta sono rimasta frecata

L’argomento che più di tutti fa venire la bile ai professori di italiano è la poesia. Si cerca di ritardare il più possibile questo modulo, inventando tutte le scuse possibili, proprio come fanno i bambini quando la mattina non vogliono andare a scuola e inscenano un mal di pancia. Ecco elencate alcune mie “scappatoie”. 1: scusate ragazzi, non sto bene, vi mando il supplente. 2: oggi facciamo un’esercitazione di lettura, perché non sapete leggere. 3: che ne direste di vedere un film sulla mafia? (Alla parola film sento sempre un…

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La virgola

Mi sembra di vederle ovunque ormai: scivolare per strada, al supermercato, in fila alla posta, di notte le conto a centinaia al posto delle pecorelle per pigliare sonno. Sono ossessionata dalle virgole, questi minuscoli e impercettibili tratti d’inchiostro, più molesti delle zanzare nelle afose serate d’estate. Quando si usano? Perché? Che senso hanno? Sono proprio necessarie? Gli scriventi italiani non ci hanno capito granché in tanti anni di scuola dell’obbligo e allora le mettono sempre: tra soggetto e predicato, tra predicato e complemento oggetto, contemporaneamente prima e dopo il “ma”…

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