Francesca Lutti

Francesca Lutti nacque nel 1827 a Riva del Garda, nell’allora Tirolo italiano, in una nobile famiglia culturalmente attiva e sensibile agli ideali risorgimentali, che all’inizio dell’Ottocento andavano diffondendosi in tutta Italia.

Fondamentale per la formazione poetica fu l’incontro con il traduttore e intellettuale Andrea Maffei, amico di famiglia e frequentatore del salotto, che a partire dal 1851 assume il ruolo di maestro e guida della giovane Francesca, aiutandola ad affermare il proprio nome nel panorama letterario contemporaneo.

Sotto la guida di Maffei, Francesca Lutti si dedicò alla composizione di brevi poesie, ma anche a opere di maggiore impegno, come le novelle in versi “Maria” (1858), “Rosa e Stella” (1859); si tratta di novelle in versi, in cui non mancano gli intrecci amorosi.

L’opera più importante della Lutti è “Alberto”, poema contemporaneo, edito nel 1867 a Firenze. È un poema che racconta la storia di un giovane con la passione della poesia, che d’improvviso smette di scrivere in seguito ad una delusione amorosa e inizia a dedicarsi alla medicina e alla cura dei poveri. La Lutti ospitò nella sua villa di S. Alessandro, presso Riva del Garda, (in cui tutt’ora, nella piccola chiesa di famiglia, è situata la tomba dell’indimenticabile amico Andrea Maffei) intellettuali, poeti, politici, ma soprattutto musicisti.

I concerti erano un appuntamento frequente a villa Lutti, nella sala della musica, all’interno della grande torre ottagonale. Tra i numerosi ospiti, si ricordano politici come B. Cairoli, E. Visconti Venosta, letterati come G. Prati, A. Fogazzaro, poetesse come Giannina Milli o Erminia Fuà Fusinato.

La Lutti morì a Brescia il 6 dicembre 1878.

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