Le parole diventano adulte quando non hanno più bisogno di essere usate solo per riempire spazi, vuoti, buchi emotivi. La poesia diventa adulta quando rompe il patto con la finzione letteraria e ci restituisce la vita per quella che è.
Complicata, straordinaria, intensa. La scrittura diventa adulta quando l’uomo che la compone non ha più paura di ciò che sente, vede, o ascolta mediante quel dono che solo un’innata e – a volte dolorosa – sensibilità permette.
Tornato alla sua più antica passione, la poesia, Nicola De Dominicis, ci regala con la sua silloge L’estraneo perfetto istantanee di versi sinceri, pungenti, profondi e veri. Ci permette di conoscere una parte del suo sentire attraverso l’uso di verbi scelti con cura, attraverso un vocabolario attento e prezioso.
Ci sono tutti; l’amore, la morte, la paura, la solitudine, la libertà. Non è facile parlare della vita. Ancor più difficile scriverne se non si è vissuto con tanto delicato attaccamento.
Scorrendo le pagine, si può ripercorrere un filo invisibile di giorni e accorgersi di aver provato le stesse cose. E di riuscire a dare finalmente un nome, un’immagine a quello che abbiamo provato. La letteratura compie il suo scopo: indicarci un modo per stare al mondo, nonostante il mondo.
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