Maurizio Cotrona, ho letto il suo nome, anni fa, sulla saracinesca di un negozio chiuso. Mi sorpresi scoprendo che il nome scritto con la bomboletta spray fosse quello di uno scrittore, uno serio malgrado il tipo di graffito. Dall’esordio con “Ho sognato che qualcuno mi amava “ sono passati romanzi come “Primo”, “Malafede “, diversi racconti fino a “Il figlio di Persefone” ed ora lo ritroviamo a pochi giorni dalla nascita di “Ottocervo edizioni”…
Cos’è Ottocervo e come nasce?
Ottocervo nasce dall’incontro di tre persone, che hanno scoperto di coltivare un desiderio comune: quello di fare editoria da Taranto, centro inespresso di una grande periferia che vuole dire la sua, e di farlo pubblicando fumetti, per propria natura capaci di generare nuove visioni del mondo.
Gian Marco De Francisco, Antonio Mandese e Maurizio Cotrona… Qual è il suo ruolo?
Antonio Mandese viene da una famiglia di librai/editori, ed è quello ad avere una maggiore esperienza di editoria. Gian Marco è il nostro (unico) uomo del settore: disegnatore di valore, è riuscito nell’impresa di mettere in piedi “Grafite”, una scuola di grafica e fumetto economicamente sostenibile, in Puglia. Io, che scrivo romanzi, sono a caccia di un’identità. Ad oggi mi sono ritagliato il ruolo di “motivatore”: con la mia passione un po’ naif, spingo i mie compagni di viaggio a dare più del massimo.
Considerando “Piccoli Maestri” e “Graffite” l’attenzione si sposta su studenti e giovani lettori, anche “Ottocervo” si rivolgerà ad un giovane bacino di idee?
“Giovane” è una bella parola. Si cercano sempre cose “giovani” e certamente proveremo a farlo. Anche perché ho l’impressione che il mondo del fumetto, oggi, si sostenga troppo su persone della mia generazione e stia perdendo contatto con i nuovi lettori, raggiunti solo (o quasi) dai manga.
“Il figlio di Persefone” impasta e amalgama insieme miti leggendari e realtà, la storia del passato con le cronache del presente, una riflessione narrata che è anche fonte di nuove energie intellettive. Questi saranno anche i requisiti che cercherete nelle storie da pubblicare?
Stiamo cercando di preservare uno sguardo sgombro e di non prevedere dei “requisiti” per le storie che cerchiamo. Abbiamo voglia di mantenere i nostri occhi freschi e puliti (giovani, appunto), per non lasciarci sfuggire il talento, magari strano o nascosto, che ci capiterà sotto il naso.
Prima di essere uno scrittore lei è ed è stato un lettore. Quale storia o autore traghetterebbe, sia pur idealmente, in Ottocervo?
Bellissima domanda. Se chiudo gli occhi e ci penso, vedo gonfiarsi un’onda di immagini e personaggi: Omero, Asimov, Cormac McCarthy, Ende, O’Connor. Ma li riapro subito. Non credo nei traghettamenti. Le storie sono belle soprattutto per il modo in cui sono raccontate. Preferisco mettermi a caccia di nuove onde, fatte per nuove storie.