Quasi

Un ritorno felice quello di Teresa Antonacci, in libreria con “Quasi” (Les Flâneurs Edizioni), ideale proseguimento del bel romanzo “La dodicesima stanza”. Alina è uno dei personaggi meglio riusciti, se non il migliore, venuti fuori dalla copiosa penna della scrittrice pugliese. Forse perché Alina è una donna speciale – Asperger come molti dei personaggi creati da Antonacci –, ma il suo essere speciale lo si intuisce sempre tra le righe, quelle che sporcano la carta bianca delle pagine e quelle nascoste nel turbinio dei suoi sentimenti e delle sue azioni. E soprattutto dalle sue parole che trovano corpo nella scrittura.

La scrittura come ricongiungimento, come mezzo per riannodare i fili spezzati con la persona amata; proprio come hanno fatto in passato illustri autori, dal Wilde del “De Profundis” al Tiziano Scarpa di “Stabat Mater”, giusto per fare due nobilissimi esempi. E questo piccolo-grande romanzo di Teresa è anche un omaggio alla scrittura e alla letteratura, quella femminile delle sue autrici più amate: Nadia Terranova, Margaret Mazzantini, Annie Arnoux e persino l’esordiente Elena Dell’Aquila (sempre della scuderia Les Flaneurs). Sì perché, vi sveliamo un segreto che segreto non è, Teresa è, vivaddio, una lettrice compulsiva.

La scrittura per Alina è addirittura urgenza. «Perciò, amore mio, sbrigati a leggermi, prima lo farai, prima ci ritroveremo». In “Quasi”, un libro che vi consigliamo caldamente perché vi farà bene al cuore, ritroviamo una protagonista più adulta, vedova dell’amore travolgente con Nicola, alle prese con il riordino delle dodici stanze della sua casa, che nel frattempo ha trasformato in un suggestivo B&B, e di quelle innumerevoli della sua vita. Alina si ritrova quindi ad affrontare il destino che è sempre beffardo (glielo diceva sempre suo nonno Giuseppe), latore di dolori ma anche di gioie nuove, di nuovi amori sempre dietro l’angolo degli splendenti vicoletti della bella Polignano a Mare.

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