“Andare in libreria è come sedersi in riva all’oceano. La libreria è un porto sospeso sulle partenze, un luogo solitario gravido d’incontri”, recita un biglietto appeso al bancone, firmato Vinicio Capossela.
Un mercoledì di inizio novembre faccio colazione in libreria e ci resto tutta la mattina.
Controvento è la graziosa libreria indipendente di Telese Terme, in provincia di Benevento. Unica libreria autentica d’appennino. Trentacinquesimo Premio Andersen 2016 “Gianna e Roberto Denti – Libreria per ragazzi dell’anno”.
Filomena Grimaldi è una istituzione nel Sannio. Un po’ come i librai di una volta. Trentotto anni, di media statura, occhi a mandorla.
«Stavo per terminare i miei studi in Comunicazione internazionale e trovai un lavoretto in una libreria umbra. Lavoravo senza computer: ce ne era solo uno e lo utilizzava la responsabile. Imparai il catalogo a memoria, conoscevo tutti i codici Isbn», i suoi occhi si riempiono di acqua.
La libreria Controvento è esposta al sole, la musica di stamattina riporta alle serie televisive degli anni novanta, e il via vai di persone scalda il cuore.
È un salotto pubblico, uno spazio di confronto, aperto alle proposte. I gruppi di lettura, di ogni genere e per ogni età, sono la spina dorsale di Controvento.
«Grazie ai gruppi di lettura le persone riescono a incontrarsi. E si scopre poi cosa ne sanno dei libri. È importante per me, da un punto di vista proprio dell’offerta che devo curare», e aggiunge una metafora azzeccata, molto bella del resto: «Vedi, questo lavoro è come il ragù: deve sobbollire. E quando decidi che funziona, non funziona più».
Prima di lasciarla le dico che vado via con una speranza, perché ho visto gente muoversi in libreria, oggi. E lei mi fa: «Non è corretto dire che non si legge, soprattutto al sud. Piuttosto mancano i libri, mancano le biblioteche. Mancano le librerie specializzate, e mancano le occasioni di lettura. Mancano i libri a scuola. Mancano le professionalità che lavorano intorno ai libri».
È arrivato il tempo che i visionari facciano qualcosa. C’è bisogno di umani lungimiranti. C’è bisogno di gente folle che investa nella cultura, nei progetti a perdere. Nei sogni!