Una ferita aperta di Salvo Fuggiano è un romanzo in cui finzione e realtà si mescolano per raccontare un tema difficile: la pedofilia. La pedofilia dal punto di vista delle vittime.
In un costante salto tra il presente e il passato, tra la vita e la scrittura, Salvatore sembra rivestire il ruolo di vittima, che cerca di esorcizzare il suo passato attraverso la scrittura. Forse a sua volta colpevole di aver taciuto, complice involontario di una serie di delitti commessi da un accanito pedofilo.
Con la sua scrittura, Salvo Fuggiano tiene il lettore incollato alle pagine. Inevitabilmente si finisce per rivivere l’angoscia e la disperazione del commissario che deve assolutamente dare un volto all’assassino per evitare altre morti. Il terrore e il senso di impotenza delle vittime del feroce omicida.
La storia “scaturisce” come una sorta di flusso di coscienza innescato dal ritorno di Salvatore nella sua terra, per il funerale della mamma con cui non ha rapporti da anni. Ritornare tra le mura della casa natale rende ancora più doloroso il ricordo della morte del fratello e Salvatore viene spinto a scoprire la verità su quanto accaduto tanti anni prima. Suo unico rifugio: la scrittura. Isola di salvezza in un periodo difficile della sua vita. E mentre completa i vari capitoli del romanzo-inchiesta sulla pedofilia, ricostruisce anche il doloroso puzzle del suo passato.
Una storia avvincente che cerca di riportare l’attenzione su fatti reali: la vicenda di Ciccio e Tore, di Gravina, da cui prende spunto l’autore. Un romanzo intrigante che tiene in suspense il lettore fino alle ultime pagine. E quando si pensa che ormai il mistero sia stato svelato, si scopre una terribile verità che ribalta tutta la storia.
Un libro fortemente consigliato, per riflettere su un fenomeno che purtroppo è ancora una triste realtà.
Una ferita aperta
